Ed eccoci qua il future front month sul gas naturale ha fatto il settlement a $3.081 ad un passo da settlement piu’ alto dell’anno a 3.096 del 4 Gennaio. A dire il vero se consideriamo l’ultimo prezzo battuto della settimana abbiamo chiuso a 3.092, ma questi sono dettagli.
La cosa piu’ incredibile e’ che siamo finalmente positivi rispetto al settlement del 30 Dicembre 2011, se consideriamo il prezzo del front month.
Ma cosa e’ cambiato rispetto a tre mesi fa quando sembrava che niente potesse fermare la discesa verso lo zero?
Sappiamo che il prezzo e’ l’incontro tra domanda e offerta e mentre tutti continuavano a preoccuparsi della superofferta chiedendosi come mai i produttori non chiudessero i rubinetti, ecco che la risposta a prezzi troppo bassi e’ arrivata invece dalla domanda. La produzione infatti non cala ma continua a fare nuovi record, nonostante la conta dei rigs classificati a gas naturale sia ormai arrivata a livelli molto bassi. Ma lasciamo perdere i rigs che sono diventati piuttosto difficili da utilizzare come variabile in quanto molti classificati oil producono gas naturale, in alcuni casi anche circa 30-40% del rig e’ gas naturale. Ricordo inoltre che i rig orizontali sono in grado di produrre molto piu’ di un rig verticale.
Ma tornando alla domanda. Durante l’inverno la domanda per riscaldamento e’ stata ben sotto la media stagionale mentre durante l’estate e’ arrivata in soccorso al prezzo la domanda elettrica. La figura 1 si riferisce alla produzione di energia elettrica da gas naturale insieme a quella da carbone e da nucleare negli USA. Come si vede bene la produzione di energia elettrica da gas naturale e’ aumentata molto a discapito del carbone.
Il gas naturale e’ generalmente la fonte primaria per la produzione di energia elettrica di picco, ovvero per ragioni di costo e di velocita’ per entrare in servizio, le turbine a gas sono generalmente tra le ultime ad essere attivate durante una tipica giornata. Ma cosa e’ successo recentemente in USA?
E’ ormai noto a chi segue questo mercato, che a causa del crollo del prezzo le utilities hanno cominciato a preferire il gas naturale al carbone per la produzione di energia elettrica. Questo ha fatto si che si e’ assistito ad un crollo del consumo di carbone, il cui principale utilizzo e’ appunto per la produzione di energia elettrica, con conseguente aumento delle scorte fino a livelli record(fig. 2).
Insomma il gas ha trascinato al ribasso anche il prezzo del carbone!
Secondo Bentek il carbone ritornerebbe competitivo con il gas naturale sopra $2.50 e $2.85 in base alle aree geografiche di riferimento. Bentek prende in considerazione il benchmark PRB (il piu’ economico dei carboni). Adesso siamo ben al di sopra di tali livelli e non si intravede nessuno “switch”. Bentek ha fatto male i conti oppure ci sono altre variabili da tenere in considerazione? Certo e’ che con queste temperature da caldo record in quasi tutti gli Stati Uniti le utilities non hanno certo fatto distinzione su cosa bruciare per produrre energia elettrica. La domanda e’ talmente forte che in Texas stanno lavorando quasi a full capacity. Pertanto, a mio modesto parere, per vedere se Bentek avra’ ragione e’ meglio aspettare che le temperature comincino a calare di nuovo.
Tuttavia, leggendo nel superinformato forum di First Enercast ho scovato questo post del 20 Luglio scorso di Ben (amministratore del sito e decisamente uno dei piu’ competenti del Forum):
” here is an email response i sent out today in regards to a switching question i received.
coal prices have remained suppressed while natural gas prices have risen substantially over the past few months.
this has the potential to cut into natural gas generation demand as some utilities favor the cheapest fuel source for generating power.
i estimate that approximately 1/3 of the recent fuel switch away from coal to gas this year is permanent, due to coal plant retirements and EPA compliance. so no change in fuel prices will remove this new gas demand.
the other 2/3 of new gas generation demand is subject to the pricing environment.
in the Northeast region, CAPP coal delivery prices are around $76/ton.
NY citygate price of natural gas today is $3.16.
at these prices peaker natural gas fired generation units in the region are approximately on par with the cost of burning coal.
combined cycle gas units are still far cheaper to run than coal units, by over $1.
peak gas fired units have been being used as base load in a lot of the country when natural gas was far cheaper than coal.
now that they are roughly in parity, it may cut down on the generation demand once power demand decreases.
currently we are in a period of high weather related demand so peak units are running regardless.
southeast gas prices are up near $3 currently while delivered coal rates in the region are around $68.
at $3.02 peak gas fired units come into parity with coal generation units in the region.
combined cycle gas units remain way cheaper to run than coal units. gas prices would need to rise above $4.30 before coal is again favorable.
in texas and some of the producing region states it is cheaper to run coal units over gas.
delivered coal rates are so of the lowest in the country at only $41 due to their primary use of Powder River Basin coal.
the recent price gain in natural gas price has not really changed the economics in the region.
coal is favored over nat gas CCGT when natural gas prices are above $2.6,and there wasn’t a tremendous amount of switching even prices were below $2.6 in the region.
for peak gas units to be economical over coal units, gas prices would need to drop below $2.
given that we are in the peak summer heat when nearly all available generation units are running near capacity, it will not matter what the price of coal and gas is.
the coal and gas price will matter more once generation demand falls and utilities have the ability to choose which generating asset to run to save on fuel costs.
given current prices i would not expect to see any major drop off in gas generation demand.
however, if coal rates stay the same and natural gas rises over $3.2 we should start to see a gradual decline in northeast and midwest coal-gas switch once overall loads decrease.
still, much of this summers gas supply has already been purchased by the utilities at lower gas prices and utilities are still on the hook for taking delivery of contracted coal at prices much higher than spot market, so gas is still the favored fuel.
there is a lag effect that would likely take 3+ months of cheaper coal rates to show in the actual demand figures. “
Insomma le opinioni su se e quando potrebbe avvenire un nuovo switch dal gas naturale al carbone sono divergenti.
Ma cosa succedera’ quando le temperature scenderanno? Difficile dire se davvero ha ragione Ben a pensare che un terzo della flotta a carbone e’ andata definitivamente in pensione anticipata oppure se invece avra’ ragione Bentek. Anche l’EIA, che nella sua proiezione (fig.1) ipotizza il solito crollo stagionale della domanda elettrica, quindi anche quella di gas naturale, ha mantenuto il prezzo medio annuale del gas naturale a $2.58 nel suo STEO uscito a inizio Luglio. Vedremo se cambieranno idea con la nuova versione prevista per inizio Agosto.
Le scorte di carbone sono a livelli record e bisogna notare che il potere calorifico del carbone negli stoccaggi si riduce col tempo. Sempre secondo Bentek alcune utilities potrebbero essere costrette a bruciare carbone gia’ a partire da agosto per non vedere il potere calorifico dei loro stock diminuire troppo.
Il gas a differenza del carbone, una volta stoccato non perde potere calorifico e pertanto ritengo plausibile che lo switch dal gas al carbone possa avvenire indipendentemente dai prezzi dei due fossili gia’ a partire da agosto.
Ritengo altresi’ che il gas naturale abbia definitivamente preso una fetta importante della produzione elettrica e che questa domanda continuera’ a sostenere i prezzi negli anni a venire.
Un altro fatto interessante che riiguarda i mercati finanziari del gas naturale e’ la posizione NET LONG dei managed future. Non succedeva da mesi. Se andiamo a vedere cosa e’ successo l’ultima volta che i managed future sono diventati net long possiamo notare che il prezzo ha preso una brutta piega. Sara’ cosi’ anche stavolta?
La mia opinione e’ che, come si puo’ notare dal crollo degli Open Interest, questa ultima parte della salita si sia nutrita principalmente di short che chiudevano le posizioni piuttosto che di nuovi long. Da notare che la categoria degli speculatori nel suo complesso e’ ancora NET SHORT.
Come piu’ volte ho detto i managed future calcolano le performance sul settlement mensile. Non mi stupirei pertanto di vedere un’ulteriore spinta al rialzo dei prezzi fino alla fine del mese proprio per incrementare le performance dei manager che sono long sul gas naturale. Dall’altro lato i commercial potrebbero cominciare a coprirsi, in fondo siamo gia’ sui livelli piu’ elevati dell’anno con diverse scadenze e il calo stagionale della domanda e’ ben noto a tutti. A rendere ulteriormente volatile la prossima settimana ci sara’ l’inizio della “bid week”. Ovvero gli ultimi 5 giorni lavorativi del mese sono ormai diventati di gran lunga i piu’ attivi per i trader di gas naturale fisico. Compratori e venditori intensificano gli scambi proprio nell’ultima settimana del mese per fissare i prezzi delle consegne fisiche del mese successivo. Ovviamente aumentano gli scambi sugli swap scambiati al NYMEX e all’ICE (ormai ve ne sono di tutti i tipi) e di conseguenza gli swap dealers vanno poi a coprirsi sul mercato dei future del NYMEX (quello che interessa a noi piccoli trader) incrementando ulteriormente i volumi di scambio.
I calendar spread continuano a ridursi e addirittura Q-U e’ gia da diversi giorni in backwardation, mentre V-F si e’ riportato sui livelli dello scorso Ottobre (V-F e’ uno degli spread piu’ scambiati proprio perche’ permette di prendere posizione sulla situazione stoccaggi a fine estate) a segnalare che il emrcato non crede piu’ al rishio di dover vedere gli stoccaggi pieni prima della fine della stagione delle iniezioni.
Tecnicamente il momentum sembra ancora puntare verso l’alto, ma quanto durera’ questa salita? La prima settimana di Agosto potrebbe essere decisiva per vedere se il prezzo ha forza per superare l’area 3100 -3200 e puntare ai 3500-3600, livello che ritengo piuttosto difficile da superare nel 2013 (uragani permettendo).
Personalmente non sono convinto che il gas naturale sia partito per vette irraggiungibili, ma sono dell’idea che, nonostante potremmo aver visto un minimo generazionale, a mio avviso rimarremo in un range piuttosto ampio fino all’inizio del prossimo inverno. Il range potrebbe avere come resistenza proprio l’area 3100 -3200 magari con sconfinamenti fino a 3350 e come supporto l’area 2100 – 2200 magari con sconfinamenti vicino ai 2000.
Tra un mesetto al massimo con il carico elettrico in calo, carbone e gas naturale lotteranno per fissare il costo marginale dell’energia elettrica e allora potremmo avere giornate estremamente volatili.
La volatilita’ implicita (quella calcolata sulle opzioni) nonostante sia risalita dai minimi storici dello scorso anno non e’ su livelli estremamente alti, mentre la volatilita’ storica e’ decisamente in aumento, come mostrato dalla fig.3 ripresa dall’EIA. Ritengo che la IV continuera’ a rimanere almeno su questi livelli se non ad aumentare ulteriormente e che le giornate da -5% e da +5% non siano affatto finite.
Insomma, nei prossimi mesi, credo proprio che ci sara’ da divertirsi col gas naturale ma come dice Cereghini “luce sempre accesa e casco ben allacciato” perche’ la bestia e’ pericolossisima.
Buon Trading!